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Rain

Rain

Vale la pena dedicarsi all'ultimo titolo di Japan Studio, anche se solo per un noioso pomeriggio di pioggia? Forse neanche per quello...

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Mi trovo molto d'accordo con quanto scritto all'inizio della recensione di Puppeter. Sony ha impiegato anni per fare un ottimo lavoro sulle loro console con progetti piccoli ma speciali, che siano indie o esperimenti dei propri studi.

Un titolo che pensavo potesse far parte di questo gruppo è ovviamente Rain, così ho iniziato a giocarci volentieri, dopo aver lasciato Puppeteer. Purtroppo, sono come cane e gatto. Il bianco e il nero. Meglio ancora, come un pomeriggio di primavera colorato e soleggiato, e un grigio e noioso pomeriggio d'inverno.

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Il bambino che diventa invisibile e insegue una ragazza invisibile con un sacco di domande nella testa, in cui la pioggia rappresenta l'unico alleato che permette di essere visti o meno quando serve, è una buona premessa o una meccanica di gioco centrale. Il modo di raccontare la storia al passato, con frasi del racconto che appaiono di volta in volta "impresse" sullo sfondo, è bello e piacevole. Il layout grafico di una città del Nord Europa in cui non smette mai di piovere è molto convicente. Alcuni piani cinematografici risultano curiosi. Ma finiamola qui, perché a meno che tutto questo risulti sufficiente per acquistare il gioco, non ci siamo ancora chiesti: cosa si fa, come si fa e se il gioco è divertente.

In quasi tutto il percorso, ci si muove senza essere visti da creature che sono come te: invisibili, tranne quando piove. A volte si possono anche depistare, e nei momenti più difficili basta semplicemente scappare. Quando ti intercettano, non hai via di scampo: si muore appena si viene colpiti. Tra i molti errori del gioco e la forza di queste creature, la maggior parte delle "morti" sono abbastanza sgradevoli e inquietanti.

Quello che dovrebbe essere un tutorial, in cui ti vengono spiegate le poche azioni nel gioco, è lungo oltre misura, suggerendoti costantemente le piste da seguire se ti trovi in difficoltà. Non è necessario, perché il gioco è semplice e non nasconde alcun mistero. Te lo concediamo solo quando la telecamera risulta mal posizionata o un elemento scarsamente integrato non ti permette di proseguire.

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Perchè hai un solo modo per proseguire, ed è sempre chiaro, a meno che il gioco diventi confuso, mai in modo intelligente. Limitati a seguire il percorso, non badare mai ad altro e non essere curioso di eventuali angoli o percorsi alternativi apparenti. Non solo sono inutili (non ci sono segreti ed extra da esplorare), ma in molti casi sono anche chiusi male. Le strade senza uscita di Rain sono un chiaro esempio di come non si realizzino i livelli nel 2013. E non dipende dalla camera che non va oltre, nè che esiste una barriera trasparente, e neanche da un ostacolo che ci metti cinque minuti a scavalcare.
I pochi enigmi presenti non valgono proprio la pena. Quelli che riguardano gli scenari e la fisica sembrano roba da principianti (in maggior misura rispetto al gran numero di giochi che hanno utilizzato questo tipo di puzzle come risorsa centrale negli ultimi anni), e quelli che richiedono l'uso di oggetti sono troppo naif o grezzi.

Tuttavia, il problema più grande, come sempre in questi casi, è che Rain non cresce, non sviluppa la sua formula iniziale. Quando si introducono nuove creature o novità come l'acqua sporca e il rumore che si trovano quando smette di piovere, speri che queste idee si combinino tra loro e si presentino nuove sfide di intelligenza e abilità. Ma non succede. Anzi, si dimenticano. Rain è pelle ossa, per nulla ingegnoso e soprattutto non sembra molto buono, alle volte.

Rain

La maggior parte delle volte che appare sullo schermo la frase "Le tenebre hanno divorato i bambini" è perché è possibile controllare il personaggio bloccato ad un certo punto, o semplicemente perchè ti trovavi in una sequenza irritante di prova-errore per capire come scappare. Quindi, non si viene coinvolti molto a giocare, anzi si diventa presto indifferenti a Rain, tanto che le sue poche ore di gioco appaiono lunghe.

In un gioco che deve chiaramente fare affidamento su di un tema artistico come altri della sua categoria, anche l'elegante musica risulta molto meglio rispetto alle animazioni meccaniche. Alcuni dei temi pianoforte danno ispirazione e altri confondono la scena e il controllo. E anche le idee interessanti dei puzzle si contano sulle dita di una mano. Alla fine si placa la pioggia e la dinamica della storia attira la nostra attenzione, ma oramai è tardi, la maggior parte dei giocatori ha già preso l'ombrello.

Mentre scrivevo questa recensione, c'è stato il primo grande acquazzone tipico che cade in autunno. Questo gioco non poteva uscire nel momento più appropriato, ma ciò che propone non ci permette di ricordare le tante cose buone della pioggia, rimanendo nel suo grigiore, nel suo freddo e nel suo scoraggiamento. Rain avrebbe potuto essere la pioggia rinfrescante che segna la fine dell'estate, un'esperienza rilassante sotto il suono delle gocce e del pianoforte o qualsiasi altra cosa che si desidera vedere in TV in un piovoso pomeriggio da coperta e divano, che ci attende in questo periodo.

E' evidente che questo è ciò che ha voluto realizzare lo studio, ma alla fine è un gioco pieno zeppo di noia, errori e imperfezioni. Una delusione e una vergogna.

RainRain
05 Gamereactor Italia
5 / 10
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Il reparto sonoro: musica perfetta e ottimi suoni ambientali in DTS. Parti della storia e il suo stile narrativo.
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Ispirazione zero nel design dei livelli e nei puzzle. La confusione e la goffaggine nella gestione. Poche idee e non sfruttate di cui sopra. Conflitti logici. Insomma, senza sfida e senza ritmo.
overall score
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