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The Legend of Zelda: Link's Awakening

The Legend of Zelda: Link's Awakening

Un classico senza tempo torna rifacendosi il look e con ancora tante cose da raccontare.

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È facile riassaporare il ricordo di quando, ancora bambini, abbiamo stretto tra le mani un Game Boy con su The Legend of Zelda: Link's Awakening originale. Appena un anno prima, ci eravamo immersi in The Legend of Zelda: A Link to the Past per SNES, quello che è senza ombra di dubbio il nostro gioco di Zelda preferito in assoluto in quanto è quello con cui abbiamo sancito un evitabile legame di sangue con l'eroe creato da Nintendo. Link's Awakening - sequel diretto di Link to the Past non solo a livello narrativo, ma anche in termini di gameplay - approdò sulla console portatile per la prima volta, riconsegnandoci a quelle atmosfere che avevamo amato nel gioco precedente, con la sua visuale dall'alto, i suoi intricati e straordinari enigmi, aggiungendoci quel mood onirico (non a caso ispirato proprio a "Twin Peaks" di David Lynch), che restano probabilmente tra i più indelebili della storia dei videogiochi.

Perché, nonostante il suo sviluppo travagliato in quanto "progetto sperimentale" e la reticenza della stessa Nintendo, quanto meno nelle fasi iniziali, Link's Awakening è riuscito a ritagliarsi un posto speciale nel cuore dei giocatori dell'epoca, motivo che ha spinto la stessa compagnia nipponica - a distanza di 26 anni - di dare nuovo lustro a questo straordinario capitolo della serie con questa edizione remake in arrivo il 20 settembre su Nintendo Switch. Fedele a quelli che erano gli intenti iniziali, ma con un'adorabile grafica chibi che lo rendono senza dubbio più moderno e appetibile per un pubblico anche nuovo alla saga, The Legend of Zelda: Link's Awakening sembra essere quell'utile intermezzo che ci separa dal prossimo capitolo nella serie, svelato a sorpresa appena pochi mesi fa. Ma a distanza di oltre tre lustri Link's Awakening riesce ancora ad essere incredibilmente efficace e convincente?

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Niente Triforza, niente Principessa Zelda da salvare; la trama di The Legend of Zelda: Link's Awakening è uno degli elementi di rottura rispetto alla saga conosciuta da tutti, e forse è per questo motivo che Nintendo temeva a suo tempo un possibile flop, preoccupazione poi spazzata via dall'ottima risposta del pubblico Game Boy dell'epoca. Dopo aver combattuto un mare in tempesta - introdotta da una splendida sequenza cinematica realizzata come un anime in questo remake - Link si risveglia sull'Isola di Koholint, soccorso da Tarin e sua figlia Marin. Rientrato in possesso del suo scudo e della sua spada, Link deve trovare un modo per tornare ad Hyrule lasciando questa ridente e soleggiata isola; peccato che un sortilegio impedisca a chiunque approdi a Koholint e ai suoi abitanti di abbandonarla. Aiutato da Gufo, Link ha il compito di rintracciare gli otto strumenti musicali delle Sirene, protetti da oscure entità chiamate "Incubi", gli unici capaci a risvegliare il leggendario Pesce Vento. Aiutati dai vari abitanti dell'isola - a partire da Tarin e Marin, con cui è quasi impossibile non legarsi - Link dovrà dunque affrontare questa memorabile impresa, che lascia ancora un sapore eccellente e un senso di soddisfazione dopo tutto questo tempo.

Trama a parte, uno degli aspetti pregnanti del nuovo Link's Awakening è senza dubbio l'ottimo restyle grafico messo a punto da Grezzo. Pur mantenendo la visuale top-down del gioco originale, che si rivela ottimale per godersi appieno questo makeover in piena regola, questa nuova versione del gioco è come se fosse un'esperienza completamente nuova, anche per coloro che hanno amato a suo tempo il titolo del 1993. Anche lo stile chibi adottato per questa rivisitazione è perfettamente in linea con l'atmosfera fiabesca/sognante che si respira per tutto il gioco, al punto da rendere Link's Awakening un'esperienza ancora pienamente attuale. Da questo punto di vista, il "nuovo" gioco di Zelda è pura gioia ed è facile perdersi nell'infinità di dettagli che caratterizzano non solo i singoli personaggi, ma anche le numerose ambientazioni che si susseguono sulla mappa.

L'unica cosa che non abbiamo particolarmente amato è l'"effetto calza" che ricopre tutto ciò che attornia l'azione vera e propria del gioco, evidente soprattutto quando si gioca sulla TV del salotto e il passaggio al formato in 16:9 diventa inevitabile. Nulla che comprometta l'esperienza, ma avere i bordi dello schermo sfumati - il cui obiettivo è chiaramente quello di evocare l'atmosfera onirica che permea l'esperienza - crea un effetto un po' strano, che tende a nascondere ciò che è veramente bello di questo gioco: le sue ambientazioni. Questione di gusti, ovviamente. Un altro aspetto che non abbiamo particolarmente apprezzato è il calo di frame rate (dai 60 ai 30) che si manifesta quando si passa da una zona all'altra della mappa: eliminando parte della struttura "a celle" della mappa originale, dove il passaggio da una sezione all'altra avveniva tramite un'elegante transizione, la necessità di creare un effetto di continuità tra le aree della mappa, e dunque di un unico mondo da esplorare, porta ad un inevitabile rallentamento. Ma queste sono le uniche critiche che ci sentiamo di muovere nei confronti del prodotto, in fin dei conti.

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Per quanto riguarda la struttura generale del gioco, questa è rimasta sostanzialmente invariata rispetto all'originale, dove Link si muove di dungeon in dungeon, intervallando il tutto con qualche divertente chiacchierata con i numerosi personaggi che gravitano per l'isola, oltre a qualche piccola quest secondaria che hanno sempre ravvivato tutte le esperienze tipicamente "zeldiane". Nonostante i diversi puzzle che siamo chiamati a risolvere per progredire nel gioco siano rimasti sostanzialmente gli stessi dell'iterazione originale, ciò che cambia è l'introduzione di alcuni trick che facilitano (abbastanza) il pieno svolgimento della partita. Tra questi, ad esempio, vi è l'introduzione di un segnale sonoro, non appena si entra in possesso della bussola, che permette di scoprire dove sono posizionati oggetti speciali - comprese le chiavi - per avanzare all'interno dei dungeon.

L'altra grande novità rispetto alla versione per Game Boy è la possibilità di mappare sui pulsanti X e Y i vari oggetti e armi che Link rintraccia lungo il suo viaggio. Questo snellisce di gran lunga l'esperienza, senza dover obbligare il giocatore ad entrare costantemente nel menu per cambiare continuamente oggetti, un aspetto che lo rende pienamente attuale e coerente con gli ultimi giochi della saga. Questo tutto in un'ottica per rendere l'esperienza di gioco maggiormente al passo con i tempi e, se vuoi, anche più accessibile alle nuove leve di giocatori che sempre più si avvicinano ai prodotti classici a marchio Nintendo per riscoprirli. Con questo non vogliamo dire che il titolo sia diventato facile - anzi, l'esperienza rimane profonda e complessa come in passato - ma l'aggiunta di queste piccole novità permettono anche ai novizi di avvicinarsi alla serie senza sentirsi eccessivamente sopraffatti.

Se ciò non fosse sufficiente a solleticare il palato, anche della vecchia "guardia" di giocatori, nei confronti di questo remake, il team di Grezzo ha aggiunto anche una modalità completamente inedita, chiamata Chamber Dungeons. Grazie ad un buffo personaggio, i giocatori - una volta sbloccati le varie stanze dei dungeon presenti nel gioco - possono iniziare a dare vita ai propri dungeon personalizzati attraverso quello che potremmo definire una sorta di "Zelda maker". L'editor dei dungeon è senza dubbio una bella introduzione che aumenta in modo esponenziale la longevità del titolo, permettendo ai giocatori di mettersi alla prova con le loro grandi capacità creative da provetti game designer.

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Per i più nostalgici, la buona notizia è che ciò che abbiamo amato nel passato resiste ancora e qui assume un valore ancora più potente. I diversi cameo e rimandi al mondo della mascotte Nintendo, Super Mario, ci ricordano quanto fosse già innovativo e sperimentale questo titolo nell'epoca in cui è uscito, permettendo a Link's Awakening di rappresentare un'incredibile eccezione in una serie che, anche dopo oltre 30 anni, ha contribuito in modo decisivo a scrivere la storia dei videogiochi.

The Legend of Zelda: Link's Awakening riesce, dunque, ad essere ancora incredibilmente efficace e convincente a distanza di 26 anni? La risposta non potrebbe che essere affermativa. Pur mantenendo intatto il cuore della sua straordinaria esperienza, Nintendo e Grezzo hanno ridato nuova vita a questo titolo straordinario, permettendo a tutti i giocatori di goderne appieno, anche optando per un approccio stilistico che lo rende ancora fortemente attuale. Se non hai mai giocato a Link's Awakening, questo remake potrebbe essere un'ottima occasione per recuperare un gioco che ancora oggi resta un'esperienza iconica e indimenticabile nello spettacolare mondo di The Legend of Zelda. E non solo.

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09 Gamereactor Italia
9 / 10
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Un remake straordinario; Graficamente impeccabile; I nuovi contenuti si adattano bene all'esperienza; Un grande classico senza tempo.
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Il calo di frame rate nei passaggi da un'area all'altra della mappa; L' "effetto calza" che contorna la mappa del gioco.
overall score
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