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Aragami

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Lo studio di Barcellona Lince Works spera di seguire le orme di Tenchu.

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Aragami non è esattamente il tipico gioco indie. Non è un concept piccolo e sperimentale, ma neanche un ambizioso gioco open-world; in realtà si trova a metà strada in un genere che un tempo era molto amato dai grandi sviluppatori e dagli editori. Il gioco - che è stato pubblicati non molto tempo fa - tenta di realizzare appieno l'idea di un progetto nato da un gruppo di sviluppatori all'epoca studenti, chiamato Path of Shadows. Il risultato è quello di un gioco stealth che si ispira a titoli classici molto amati come Tenchu, e dove sono molto evidenti i riferimenti a titoli di genere più moderni, come ad esempio Dishonored e Mark of the Ninja.

Aragami è anche il nome del protagonista principale, uno spirito delle ombre che deve obbedire a chiunque lo evochi, ed è qui che entra in gioco Yamiko, quest'ultima il vero motore narrativo della vicenda: si tratta di una principessa che evoca il giocatore dopo essere stata catturata dall'esercito della Luce, responsabile della devastazione del suo regno e della sua gente. La premessa è abbastanza semplice: bisogna recuperare i sei talismani che la tengono prigioniera, mentre prende corpo una narrazione motivata dalla vendetta.

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Ma il ruolo di Yamiko va ben oltre il semplice fornire un contesto ai giocatori, in quanto può trasformarsi anche in uno spirito che vi mostra il percorso da intraprendere. Il modo in cui funziona ricorda un po' Navi di The Legend of Zelda, anche se fortunatamente per noi questa principessa interferirà soltanto quando la narrazione lo richiede. Entrambi i personaggi devono farsi strada in diverse aree in 13 capitoli, che ci porterà via dalle 8 alle 14 ore, a seconda di quanto siete accurati e pazienti.

La storia in sé non presenta alcun colpo di scena straordinario o sorpresa in quanto è un racconto abbastanza standard per il genere, ma questo non deve essere in alcun modo percepito come qualcosa di negativo. La narrazione ruota tutto intorno alle meccaniche, senza troppe distrazioni o obiettivi secondari a distrarvi.

Ci si sposta lentamente, e tutto ciò che vediamo sullo schermo è stato progettato affinché riusciate a cogliere ogni dettaglio, compresi gli indizi sui nemici, i movimenti e gesti, e offre quindi un'esperienza in cui è necessario reagire e osservare attentamente al fine di non commettere errori che ci costringono a riavviare il livello. Il modus operandi è andare dal punto A al punto B senza essere scoperti, e sarete voi a decidere come. Da spirito, ovviamente sarete maggiormente focalizzati sul nascondervi e sul tenervi fuori dai piedi, mentre se scegliete di giocare da demone, avrete la possibilità di uccidere tutti quelli che intralciano il vostro cammino.

La presenza di stili di gioco così diversi e interessanti tra loro aggiungono sicuramente un po' rigiocabilità ad un titolo che è praticamente basato su un sistema trial and error. Ma non importa il modo in cui decidiamo di approcciarci ad ogni livello, le conseguenze non varieranno in termini di narrazione, ma questo impatterà solo sul punteggio finale, che tiene conto sia del numero di nemici sconfitti, ma anche delle tecniche ninja impiegate e delle volte che avete fatto scattare l'allarme.

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Detto questo, il confronto diretto non è mai un'opzione. Grazie alle molte abilità offensive e difensive che caratterizzano l'albero delle abilità di Aragami, il personaggio può diventare invisibile per un tempo limitato, nascondersi in corpi in modo che non possa essere trovato o taggare i nemici, solo per citare alcuni esempi. Esattamente come accade con Dishonored, l'uso e l'applicazione di alcuni poteri sono più evidenti di altri. Il teletrasporto da un'ombra all'altra rappresenta è un must, e l'utilizzo di elementi come il rumore aiutano a distrarre gli NPC.

Tutto ruota intorno al contrasto luce/ombra. Essendo uno spirito evocato, le ombre permettono di nasconderci dai nemici e riempire la barra delle abilità, qui rappresentata sullo schermo dai diversi motivi luminosi sul mantello di Aragami. Allo stesso tempo, quando si cammina vicino alle lampade ad olio e ad altre fonti di luce, si sarà completamente esposti e non potrete utilizzare alcun potere, quindi è fondamentale esaminare l'ambiente per cercare angoli bui in cui riempire una sorta di mana. Oltre a questo, Aragami non aggiunge nulla di nuovo al genere, tenta più di perfezionare ciò che è già rappresenta un elemento fondante del genere.

L'intelligenza artificiale non sempre risponde come previsto e, talvolta, le guardie si comportano in modo strano (non vi vedono quando siete vicini o viceversa). Il sistema di rilevazione è simile a quello visto negli ultimi giochi di Far Cry, con una barra gialla che indica se siete stati notati e che diventa rossa nel momento in cui la vostra presenza è lampante. Questo è il momento in cui scatta l'allarme, e l'unica possibilità che avete per non fallire la missione è un momento bullet-time in cui bisogna agire il più velocemente possibile. La curva di difficoltà è piuttosto equilibrata e il gioco non lascia mai particolare frustrazione grazie alle possibilità presentate dagli ambienti e dai loro numerosi percorsi diversi.

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In ogni caso, questo non è un successore di Tenchu. Lo stealth è importante e il gioco fa in modo che il giocatore venga ricompensato quando lo usa, ma i poteri sono uno dei pilastri fondamentali del gameplay, e senza di loro, Aragami sarebbe completamente diverso. Queste abilità trasformano ciò che all'inizio sembra la classica dinamica del gatto e del topo in un sim in cui siete tentati di uccidere tutti in modo da non correre rischi. Inoltre, il gioco ha una modalità co-op online in cui un secondo giocatore può giocare insieme a voi, riducendo così il livello di difficoltà.

Lo stile artistico di Aragami vanta una propria identità, optando per un'ambientazione giapponese in cel-shading. Nel corso dei vari capitoli potrete visitare pagode, templi e altri elementi ricorrenti che, anche se sulle prime potrebbero colpirvi parecchio, successivamente tendono a riciclarsi un po' troppo. Fortunatamente, i livelli sono ampi e il level design è abbastanza profondo, permettendovi di seguire percorsi diversi. Questo grado di libertà non si limita al solo semplici bivi lungo il percorso, ma anche dai diversi livelli e piani più alti da cui è possibile esaminare l'ambiente.

Tutto questo viene offerto con un'interfaccia pulita, elegantemente focalizzata sul mantello di Aragami, e con un unico punto al centro dello schermo come riferimento per taggare i nemici ed eseguire diverse azioni. La musica, però, passa quasi inosservata, e anche se tenta in qualche modo di risultare solenne, alla fine non riesce in alcun modo a spiccare.

La prima opera di Lince Works è una sfida divertente per gli appassionati del genere. Non osa molto nel suo essere un gioco stealth e sotto certi aspetti ha qualche limita, ma in fin dei conti, ciò che conta è il suo gameplay divertente. Ci sono diversi modi per affrontare ogni livello, il level design è pazzesco, e alla fine Aragami è un'esperienza piuttosto unica al giorno d'oggi, nel suo essere un gioco action-adventure con profondità e rigiocabilità.

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07 Gamereactor Italia
7 / 10
+
Le abilità ombra sono divertenti; Il level design offre grande libertà nell'approcciarsi alle missioni; Stile artistico affascinante.
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La storia non è nulla di speciale o originale; Non aggiunge nulla di nuovo al genere; Colonna sonora non particolarmente ispirata.
overall score
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RECENSIONE. Scritto da Sergio Tur

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