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Animal Crossing: Happy Home Designer

Animal Crossing: Happy Home Designer

Metti alla prova il tuo lato creativo!

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Sono quasi quindici anni che la serie Animal Crossing occupa uno spazio importante sulle piattaforme Nintendo. Sbocciata silenziosamente su Nintendo 64 (all'epoca nota con il nome di Animal Forest), nel corso degli anni la serie sim più famosa dell'azienda di Kyoto ha continuato ad evolversi, conquistando un pubblico di giocatori sempre più ampio, ma al tempo stesso più esigente e creativo. Nel 2012 arriva la svolta: con Animal Crossing: New Leaf, il concept originale modifica alcuni aspetti importanti del gameplay e il giocatore, da comune cittadino, indossa per la prima volta la fascia da sindaco della città, con tutti gli oneri e gli onori che la carica porta con sé.

Costruire opere pubbliche, abbellire la città, contribuire al suo sviluppo culturale donando pezzi al museo cittadino: New Leaf ha rappresentato un passaggio fondamentale per la storia della serie, contribuendo ad alimentare una nuova crescente mania che ha visto sempre più coinvolti i giocatori, quella per l'arredo degli interni delle case. Accanto all'opportunità di arredare il proprio habitat proprio come avveniva nei precedenti capitoli, la grande novità in New Leaf è stata rappresentata dalla presenza sempre più massiccia dell'Accademia delle Belle Case, un ente volto alla tutela dell'estetica degli appartamenti presenti in città e che assegna un punteggio alla vostra casa sulla base di alcune indicazioni dettate dalla stessa associazione.

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Questo aspetto ha enfatizzato ulteriormente una peculiarità del gioco, e ben presto la cura e l'igiene per la propria casa (ebbene sì, l'Accademia valuta anche questo aspetto!), unita alla scelta di stili precisi per gli elementi di arredo, hanno trasformato i giocatori in tanti giovani designer in erba, pronti a realizzare ville e case faraoniche puntando al punteggio perfetto. Una sfida diversa, simpatica, innovativa, che ha offerto ai giocatori un certo livello di creatività da alternare alla più monotona vita fatta di scartoffie di un sindaco di una ridente e tranquilla cittadina.

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Partendo da questa idea così originale e seguendo l'onda di un successo annunciato, Nintendo ha così deciso di confezionare Animal Crossing: Happy Home Designer, un episodio spin-off interamente dedicato all'arredare le case dei nostri concittadini e alla ristrutturazione/costruzione di nuovi edifici pubblici. Nei panni di un giovane designer provetto dell'agenzia ImmoNook di Tom Nook (ve lo ricordate? È il simpatico orsetto lavatore "strozzino" amante del golf, con cui abbiamo sempre dovuto estinguere il nostro debito per la costruzione/ristrutturazione della nostra casetta nei tanti Animal Crossing), abbiamo il compito di esaudire i desideri dei nostri concittadini e rispondere alle loro richieste più assurde, tentando di offrire loro la casa dei sogni. Le carte in tavola ci sono tutte: creatività, ispirazione, passione per il design. Ma Animal Crossing: Happy Home Designer è davvero il titolo che i fan della serie - specialmente gli appassionati di arredo - attendevano con impazienza?

Animal Crossing: Happy Home DesignerAnimal Crossing: Happy Home Designer

Siamo partiti con aspettative molto alte nei confronti di Happy Home Designer. Forse perché abbiamo letteralmente amato e consumato New Leaf (ancora oggi torniamo nella nostra cittadina, Kinéma, per sapere come procede la vita da quelle parti), ma da questo nuovo titolo della serie ci aspettavamo davvero grandi cose. Ed è stato così, almeno per la prima settimana abbondante in sua compagnia. Sin da subito, il gioco ci butta nel famigerato mondo dell'home design e ci viene affidato un progetto. La struttura è molto semplice: un abitante della città contatta la vostra agenzia, incontrate il cliente, ascoltate le sue richieste e, sulla base del vostro colloquio, partite con la ristrutturazione. Sin dai primi istanti del gioco, abbiamo modo di familiarizzare con l'intuitivo editor a nostra disposizione, in cui un rapido tutorial ci illustra i vari strumenti ed elementi di arredo a nostra disposizione, che diventeranno via via sempre più numerosi procedendo nel corso della nostra "carriera". Utilizzando il pennino e lo schermo touch della nostra console portatile, possiamo spostare la mobilia, scegliere il pavimento e la pittura/parato più consoni alle richieste del nostro cliente e lasciarci trasportare dalla nostra creatività. Andando avanti nel gioco, il giocatore avrà la possibilità di arredare non solo gli interni, ma anche gli esterni e il giardino, aggiungendo quel pizzico di personalità in più, pur sempre attenendosi alle richieste della propria clientela. Semplice, pratico, stuzzicante.

In modo analogo, non appena il nostro nome comincia a circolare per le strade della città, verremo presto contattati da Fuffi (la nostra segretaria tuttofare in New Leaf, la ricordate?), la quale ci affiderà la realizzazione di alcune opere pubbliche per la città: una scuola, un ospedale, un ristorante, un centro commerciale...se in New Leaf, in quanto sindaco, il nostro compito si limitava a raccogliere i fondi per far sì che tali opere sorgessero in città, in Happy Home Designer abbiamo finalmente possibilità di intervenire in modo diretto sullo stile estetico di questi edifici, dove - ancora una volta - potremo sbizzarrire la nostra creatività più recondita. Non solo: procedendo nel corso della nostra carriera, avremo la possibilità di seguire corsi di aggiornamento (dal costo di una o più monete) tenuti dall'Accademia delle Belle Case per poter conoscere nuovi trucchi e apprendere nuove competenze per arredare le case e gli edifici della città. Avete già l'acquolina, non è vero?

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Animal Crossing: Happy Home DesignerAnimal Crossing: Happy Home Designer

Peccato però che l'entusiasmo che ci ha caricato sin dalle prime commissioni sia poi lentamente sfumato trascorsa la prima settimana. C'è un unico grande difetto che attanaglia Animal Crossing: Happy Home Designer ed è la mancanza di sfida. Nessun punteggio, nessuna ricompensa, nessuna stellina, nessuna critica: che si tratti della ristrutturazione di una casa in stile country o della sala d'aspetto dell'ospedale della città, nessun cliente sarà mai insoddisfatto del vostro operato, l'importante è che soddisfiate i requisiti minimi imposti per l'opera (come riutilizzare alcuni loro elementi di arredo o determinate richieste). Se usate stili diversi di arredo o una tappezzeria che è assolutamente fuori luogo rispetto alle richieste del cliente, non ci saranno critiche, non verrete segnati sul libro nero dell'Accademia delle Belle Case. No, nulla di tutto questo.

Inoltre, avete un budget illimitato: mancando le stelline, potrete usare gli elementi di arredo che più vi aggradano (anche quelli all'apparenza più costosi), senza in alcun modo incidere su un'eventuale scelta di un mobile rispetto ad un altro, in quanto il vostro portafogli sarà essenzialmente senza fondo. Happy Home Designer scivola via, tranquillo, pacifico. Un elemento che, di fatto, stona con la mission che caratterizza l'ABC (acronimo di Accademia delle Belle Case) di New Leaf, dove anzi ci spronavano a migliorare il più possibile la vivibilità del nostro habitat.

Accanto alla mancanza di sfida, un altro elemento che incide negativamente in Happy Home Designer è la sua ripetitività. Seppur ci sia un ricambio costante tra la realizzazione di case private e di opere pubbliche, il gioco alla lunga non aggiunge alcun altro elemento. Va detto che la presenza del Network Accademia Belle Case - altra novità rispetto al precedente titolo della serie, che sostituisce la funzione Streetpass di New Leaf e aggiunge una sorta di modalità multiplayer nel gioco - aggiunge un po' di pepe al mix, in quanto abbiamo la possibilità di visitare le case di altri giocatori, dare loro una valutazione (almeno qui abbiamo una sorta di confronto!), scaricare le loro creazioni, ecc. Ma, almeno per il momento, questo aspetto non si rivela così incisivo e tale da rompere la monotonia che, alla lunga, ci assalirà. Siamo pronti a rivedere le nostre posizioni non appena il gioco sarà disponibile e aperto ai creativi di tutto il mondo, nel caso.

Animal Crossing: Happy Home DesignerAnimal Crossing: Happy Home Designer

Sebbene gli elementi negativi di Happy Home Designer siano evidenti, nel complesso lo spin-off della serie Nintendo è un gioco godibile. Il character design e lo stile arrotondato che ha sempre contraddistinto il franchise negli anni è presente anche qui, offrendo un prodotto esteticamente e visivamente molto curato e incredibilmente bello, con la solita ricercatezza nel dettaglio che l'ha sempre caratterizzata. Tale attenzione al dettaglio viene rintracciata anche nella colonna sonora, che come sempre rappresenta un elemento distintivo della serie, con un'interessante alternanza tra motivetti briosi e atmosfere più rilassate, l'ideale per un prodotto che viene fruito in stile "mordi-e-fuggi" sulla propria console portatile, magari in viaggio sull'autobus o in attesa alla stazione della metro dopo una giornata di lavoro.

Nel corso della nostra prova del gioco per la stesura della recensione, non abbiamo potuto testare la modalità carte Amiibo, che è una delle grandi novità che il gioco porta con sé: grazie ad un simpatico telefono presente nell'ufficio di ImmoNook, potremo usare il lettore NFC (quello integrato nelle console New 3DS o New 3DS XL, acquistabile separatamente o in bundle con il gioco per le console precedenti) per leggere queste carte speciali e aggiungere alla nostra clientela i nostri personaggi di Animal Crossing preferiti. Ovviamente, questo strumento non si rivela in alcun modo vincolante nella fruizione della nostra partita, ma sicuramente gli appassionati della serie che vorranno arricchire il proprio portfolio clienti troveranno qui pane per i loro denti.

Animal Crossing: Happy Home Designer ha un po' deluso le nostre aspettative. Forse perché reduci da un'esperienza eccellente come quella offerta da Animal Crossing: New Leaf, il nuovo spin-off di Nintendo non ci ha coinvolto come avremmo voluto, seppur abbia in sé molti aspetti divertenti. La mancanza di sfida e la ripetitività insite nel gioco contribuiscono in modo negativo alla resa finale dell'esperienza che forse, con qualche piccolo ritocco in più, avrebbe potuto incuriosirci e farci tornare in città con costanza, proprio come accaduto con il suo predecessore. Esperimento riuscito a metà? Forse. Speriamo che un eventuale sequel ridimensioni questi aspetti per offrire agli appassionati della serie il titolo dedicato all'home design che tanto bramavano.

07 Gamereactor Italia
7 / 10
+
Interfaccia intuitiva; Grafica e character design sempre impeccabili; Colonna sonora deliziosa; Interessante l'aggiunta del Network dell'Accademia delle Belle Case.
-
Mancanza di sfida; Alla lunga ripetitivo.
overall score
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