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Rainbow Six: Siege

Rainbow Six: Siege

Un titolo che vale davvero la pena tenere d'occhio.

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La mattina della nostra giornata di hands-on in compagnia di Rainbow Six: Siege è trascorsa giocando la modalità Situations in single-player (sembrava ci fosse la possibilità di giocare in multiplayer, ma non abbiamo potuto provarlo). Questa modalità consiste in una serie di missioni in cui ciascuna è caratterizzata da un particolare scenario che ruota attorno ad uno specialista presente nel roster di personaggi disponibili. Ognuna di queste missioni è fatta per mettere alla prova le particolari competenze di ciascun specialista, e così, ad esempio, un personaggio competente nelle granate EMP potrebbe trovarsi ad utilizzarle per neutralizzare gruppi di esplosivi armati elettronicamente.

C'è una selezione davvero interessante di personaggi con cui giocare, e sebbene non sia un gruppo particolarmente loquace, si esprimono in modo diverso nel pieno della battaglia. I nomi magari non sono particolarmente fantasiosi - Sledge (ha un martello), Fuze (ha granate), Mute (si occupa di sabotare le comunicazioni) - ma notiamo una certa varietà tra di loro e ciascuno dimostra una certa unicità. La selezione, insomma, è davvero interessante (ed eccezionale nelle modalità multiplayer, ma di scarsa utilità dal momento che in Situations il personaggio ci viene assegnato).

Le cinque missioni che abbiamo giocato avevano un qualcosa di particolare, tutte caratterizzate da molteplici sfide che rendono significativo ogni tentativo; quando completate la missione e ciascuno degli obiettivi secondari, otterrete tre stelle. Come per la modalità multiplayer, abbiamo una fase di pianificazione in cui il giocatore deve inviare il suo drone di controllo remoto in avanscoperta sulla mappa (anche se qui è opzionale). Il dispositivo si muove freneticamente nel sandbox, identificando la posizione dei vostri obiettivi e codificandoli in modo che possano essere affrontati successivamente. A questo punto, si utilizzano le particolari abilità del personaggio che vi è stato assegnato per completare il vostro obiettivo.

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Naturalmente queste missioni non sono l'attrazione principale di Rainbow Six: Siege, ma si riveleranno fondamentali per l'esperienza per chiunque voglia giocare, ma preferisce non approcciarsi alle modalità multiplayer competitive. Detto questo, ci sono anche attività in co-op con cui i giocatori possono divertirsi. A tal proposito, nel pomeriggio ci siamo buttati in diverse partite di Terrohunt, giocando con altri colleghi e annientando una marea di nemici.

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Come in Situations, c'è una fase di pianificazione facoltativa, e anche se non siamo obbligati ad inviare dei droni prima di lanciarci in battaglia, lo consigliamo altamente. Abbiamo alternato fasi di pianificazione e fasi più affrettate, per capire quale fosse la differenza, e l'aiuto che ci viene offerto dal drone, quando individua i vari nemici, non è da sottovalutare. Magari è un lavoro certosino, continuare ad aprire e chiudere porte, schivando colpi di arma da fuoco da parte dei nemici, e liberando ogni stanza di ciascun edificio, ma spesso vale davvero la pena.

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L'aspetto negativo nel passare tutto quel tempo a vivisezionare la fortezza nemica è che offre ai vostri nemici più tempo per costruire le difese. Un altro aspetto negativo è che se si perde troppo tempo a pianificare e poi si muore alla prima ondata del vostro attacco, rimarrete a fare da spettatori per tutto il tempo, mentre i vostri amici proseguono nella missione all'interno dell'edificio. Per la maggior parte del tempo ci siamo divertiti, anche se ci sono "attentatori suicidi" che vi verranno addosso senza alcun riguardo per uccidervi, e questo aspetto non ci ha divertito, soprattutto quando ci siamo trovati in prima linea al momento dell'attacco.

È possibile selezionare diverse classi nemiche, ma i bombardieri sono stati, a nostro avviso, quelli più importanti nella nostra esperienza. Gli altri terroristi che incontrerete hanno armi diverse, costruiscono difese e così via, ma non hanno la stessa personalità. Questo non vuol dire che ci piace la personalità dei bombardieri, al contrario, ma hanno quel qualcosa che permette loro di distinguersi dalla massa. Probabilmente non abbiamo visto l'intera gamma di classi a disposizione, quindi forse ci saranno anche cecchini a lungo raggio, o terroristi lancia granate, o forse l'AI potrebbe iniziare a tenderci trappole più astute; sono tutte le speculazioni da parte nostra, ma la nostra speranza è che ci sia una certa varietà in futuro nei nemici che incontreremo.

Abbiamo concluso la nostra giornata di hands-on con diversi round di combattimento PvP. Salvare ostaggi e difendere le bombe. Per oltre cinque round i giocatori si scambiano di volta in volta i ruoli, c'è chi attacca e chi difende l'obiettivo. L'obiettivo si sposta tra i vari round, il che significa che i giocatori devono andare in avanscoperta per scoprire cosa fanno i propri avversari. Come nella versione beta e nell'alpha prima, ci siamo davvero divertiti con il PvP. Questa meccanica "un colpo e sei fuori dai giochi" avvicina l'esperienza a titoli come Counter-Strike, e come tale ogni round è davvero teso, ma al contempo vivace.

È l'interessante selezione di classi di personaggi a rappresentare la caratteristica più interessante qui. Ne abbiamo provate il più possibile, e anche se alcune ci sono apparse molto naturali rispetto ad altre, non si può negare che c'è una buona varietà di opzioni che dovrebbero fare la differenza e creare un sacco di situazioni diverse di partita in partita. Ogni squadra può selezionare solo un personaggio di quella data classe, una scelta di design che spinge le squadre a pensare in modo tattico.

Va fatta sicuramente una menzione speciale nei confronti dei livelli. Abbiamo giocato ad alcuni livelli già noti, ma anche a qualche nuovo livello durante l'evento. Ognuno dei sandbox in cui abbiamo giocato - Plane, Club House, Kanal, Oregon, e Chalet - erano ricchi di dettagli. Multi-stratificati. Scenari distruttibili. Punti di vista. Colli di bottiglia. Punti di accesso alternativi. Ci sono tante cose da fare, e un sacco di opportunità per sperimentare nuove tattiche, che si attacchi o si difenda.

In tutte le modalità di gioco che abbiamo provato finora, Siege appare molto diverso rispetto ai precedenti giochi Rainbow Six, e più in linea con il patrimonio della serie, questo grazie alla variazione tattica e ai livelli sandbox. Il gioco è ricco di caratteristiche moderne che riguardano il gameplay, l'interfaccia utente, il sistema di progressione, e risulta uno sparatutto tattico davvero molto innovativo. Resta da vedere se riuscirà comunque a reggere l'agguerrita concorrenza di Star Wars, Halo, Destiny e Call of Duty, ma pensiamo che il titolo tattico di Ubisoft abbia parecchi spunti interessanti che varrà la pena dargli una possibilità e farlo gareggiare contro gli grandi titoli attesi alla fine di quest'anno.

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