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Driver: San Francisco

Driver: San Francisco

La serie ritorna con tante buone idee in un gioco sandbox con alcuni elementi molto originali. Scaldiamo i motori e prepariamoci a un'esperienza a dir poco esoterica...

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Erano anni che attendevamo un ritorno in grande stile della serie Driver. Quando il primo gioco arrivò sul mercato, nel lontano 1999, la critica apprezzò il titolo prodotto da Infogrames. Negli undici anni successivi furono rilasciati altri tre giochi che, tuttavia, non riuscirono a ricalcare la qualità del titolo originali.

Con il passaggio sotto la guida di Ubisoft, lo studio di sviluppo Reflections ha tentato di fare le cose in grande, nel tentativo di riportare in auge una serie da troppo tempo legata alla mediocrità. Ed è così che ci ritroviamo fra le mani Driver: San Francisco, un titolo sandbox racing che introduce alcune funzionalità mai viste nella storia dei videogiochi dedicati ai motori.

L'elemento più originale del gioco è infatti dato dalla possibilità di "shiftare" tra un auto e l'altra: ovvero, con la semplice pressione di un pulsante è possibile prendere il possesso di una qualsiasi auto incrociata per strada. Niente menù di scelta dei veicoli: tutto avviene con un tocco e in maniera assolutamente istantanea.

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La premessa per giustificare questa curiosa funzionalità si riscontra nella storia. Nel gioco ritroviamo l'agente Tanner, già protagonista di Driv3r, sopravvissuto agli eventi del terzo gioco della serie e ora pronto a testimoniare nel processo contro Charles Jericho. Sfortunatamente la canaglia, con la collaborazione di un poliziotto corrotto, riesce a liberarsi durante un trasporto, iniziando una rocambolesca fuga per le strade di San Francisco. Tanner e il suo partner, Tobias Jones, si lanciano all'inseguimento. Sfortunatamente la sequenza si conclude con un grave incidente, in cui Tanner ha la peggio.

È proprio qui che il gioco prende una strana piega esoterica: Tanner vive un'esperienza extracorporale, guadagnando la capacità di prendere possesso dei corpi altrui. In altre parole, Tanner può uscire dal suo corpo, vedere la città dall'alto e lanciarsi all'interno di un qualunque veicolo in corsa. Da qui la possibilità di effettuare il cosiddetto "shift", pilastro dell'intero gameplay.

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Al contempo, però, non si capisce se Tanner abbia realmente acquisito dei poteri soprannaturali, o se stia semplicemente sognando. A volte lo vediamo in un letto di ospedale, tra la vita e la morte, ma subito dopo ci troviamo alla guida di una Ford Gran Torino per le colline della città californiana.

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Questo mistero si combina alla ricerca spasmodica di Jericho e dei suoi complici, contribuendo alla creazione di una trama sufficientemente intricata. Tuttavia, la natura sandbox del gioco fallisce nel tenere alta l'attenzione nei confronti della storia, che dopo poche ore e nonostante il buonissimo doppiaggio in italiano, risulta quasi ininfluente data l'ampia quantità di sfide extra-narrative proposte.

La capacità di sorvolare la città dall'altro e di entrare in una qualunque auto modifica in maniera radicale il gameplay di quello che, altrimenti, si classificherebbe come un normale titolo di corse open-world. Ovvero: non vi sono luoghi da raggiungere e/o da scoprire guidando per la città. Tutto può essere scoperto dall'alto, mentre si sorvolano strade e vicoli della metropoli. Lo stesso vale per le missioni: non occorre raggiungere i luoghi di partenza con un veicolo, è sufficiente recarvisi volando e premere un tasto. Questa caratteristica, da un lato, riduce di molto l'esperienza esplorativa del gioco. Dall'altro, però, contribuisce a tenere il giocatore costantemente occupato con nuove sfide.

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Le sfide, in particolare, sono differenziabili in tre diverse categorie. Da un lato abbiamo le sfide denominate "azzardo", brevi sessioni in cui ci viene richiesto di effettuare qualcosa di pericoloso, dall'effettuare un lungo salto fino a guidare contromano in autostrada a 180 km/h per almeno 30 secondi. Gli azzardi non forniscono grandi premi in denaro, ma contribuiscono a sbloccare potenziamenti per le proprie abilità speciali, di cui parleremo a breve.

Una seconda categoria è data dalle vere e proprie sfide, classiche corse a tempo, a checkpoint o con particolari condizioni da soddisfare. Le sfide sono classificate online attraverso il servizio uPlay di Ubisoft, e i risultati possono essere confrontati con amici e conoscenti attraverso una leaderboard. Queste gare sboccano auto e forniscono lauti premi in denaro.

Infine, vi sono le gare legate alla storia. Queste sono di natura variabile, e spaziano dalla comune gara illegale di velocità (per le missioni secondarie) fino a quest di inseguimento, di ricerca o di fuga per quanto riguarda le missioni principali. Va detto che, nel complesso, le varie missioni risultano piuttosto ripetitive. In buona approssimazione, tutto si riduce a inseguire, fuggire o fare qualcosa di spericolato. L'unica variazione, data dalle missioni principali, è troppo sporadica e rappresenta un intermezzo tra tante missioni molto simili tra loro.

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Fortunatamente, la ripetitività del gioco è attenuata dalla presenza dello shift (attivo in quasi tutte le missioni) che consente di completare le missioni in numerosi modi. Una semplice gara di velocità non deve essere necessariamente vinta giungendo per primi al traguardo: si può completare anche prendendo possesso di un camion, spingendolo contromano e travolgendo tutti gli avversari. Non vi è limite alla fantasia: in un caso siamo riusciti a parcheggiare un autobus di traverso creando una barricata che ha bloccato un fuggitivo, che abbiamo poi sapientemente travolto con la nostra Cadillac.

Nel gioco abbiamo inoltre accesso ad alcuni potenziamenti, che si rivelano presto necessari al fine di completare le missioni più avanzate. Questi includono la possibilità di attivare un turbo per un breve periodo, la capacità di speronare le auto altrui e uno shift più ampio, in grado di sorvolare rapidamente interi quartieri. Questi elementi si sbloccano nei garage con il denaro acquisito dalle missioni o dalle acrobazie effettuate durante le nostre sessioni di guida nella città.

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I garage, dislocati in vari punti della città e acquistabili a un modico prezzo, oltre ai potenziamenti consentono di attivare le missioni e di acquistare le auto. Comprare auto è fondamentale: la città all'inizio è popolata da una piccola varietà di automobili. Acquisendo i veicoli questi iniziano a scorazzare per le strade. Inoltre, durante alcune missioni abbiamo la possibilità di guidare i nostri veicoli più potenti, che spesso si rivelano provvidenziali.

Le diverse auto incluse (tutte dotate di licenza ufficiale) presentano diversi modelli di guida, sebbene il controllo dei veicoli non sia perfetto. Driver: San Francisco è un ibrido tra uno stile di guida arcade e una simulazione. Derapate, accelerazioni, curve sono fin troppo accentuate ma, al contempo, mantenere il controllo dell'auto non è sempre facilissimo. Occorre pratica, e con certi veicoli si rasenta la frustrazione, specie quando una gara perfetta viene compromessa da una sola curva sbagliata, magari dopo aver tamponato una ventina di veicoli uscendone indenni. Nel complesso, però, l'esperienza di guida è solida e piacevole, e dopo alcune ore di pratica si acquisisce la sicurezza necessaria per godersi il gioco.

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Un altro elemento estremamente solido si riscontra nell'esperienza online. Driver: San Francisco fa uso del sistema uPlay, la trovata di Ubisoft per ridurre la compravendita di giochi usati. Insieme al gioco giunge infatti un codice monouso per attivare le funzionalità in rete, che può essere acquistato a parte casomai si compri una copia usata del gioco. E, se vi trovate in questa situazione, vi consigliamo caldamente di acquistarlo.

L'esperienza online di Driver: San Francisco è incredibilmente divertente. Vi sono 13 diversi tipi di gare, dalla corsa semplice fino a una curiosa versione automobilistica del classico "ruba la bandiera". Gli sviluppatori sono stati incredibilmente originali nello sviluppare un sistema multigiocatore sorprendente, a tratti assuefante. Se siete interessati all'online, vi consigliamo di leggere la nostra preview: confermiamo tutte le buone impressioni.

Driver: San Francisco è, al di là di ogni ragionevole dubbio, il miglior titolo della serie dai tempi del primo indimenticabile gioco. A causa di missioni troppo ripetitive e di una storia mai pregnante, tuttavia, non riesce a classificarsi come un capolavoro, restando comunque un ottimo gioco. Se siete alla ricerca di un'esperienza free-roaming con alcuni aspetti molto originali, "shiftate" subito dal vostro negoziante di fiducia. Vi attende qualche decina di ore di divertimento.

08 Gamereactor Italia
8 / 10
+
Lo "shift" è molto originale, libertà quasi assoluta, online estremamente divertente
-
Storia poco incisiva, missioni ripetitive
overall score
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