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Diablo III

Diablo III: Recensione della beta

Dopo venti ore trascorse in compagnia della beta di Diablo III, possiamo dare un primo giudizio. Il gioco ha fatto dei passi avanti ma, secondo noi, non è più il Diablo di un tempo.

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Il primo contatto con Diablo III avvenne durante la Games Convention di Lipsia (quella che oggi si chiama Gamescom e si tiene a Colonia) del 2008. C'erano un sacco di computer con una demo (e, poco più in là, altri computer con la beta di The Warth of the Lich King, e la coda più lunga di tutta la fiera) e io avevo tantissima voglia di provarla. Non a caso mi ricordo ancora le partite a Diablo sul mio primo Pentium III da 500 Mhz e alcune epiche partite a Diablo II con gli amici.

Giocai alla demo e, a parte qualche dettaglio grafico, era proprio il Diablo III di cui sentivamo il bisogno. La mia memoria non è così buona, dato che non c'avevo giocato per scrivere qualcosa ma solo perché ero un grande fan della serie, però mi ricordo le sensazioni che provai in quello scenario della durata di 15 minuti.

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Utilizzava le meccaniche di World of Warcraft (il quale è ispirato a sua volta da Diablo II) e manteneva i tratti distintivi di Diablo. La mia maga lanciava incantesimi vecchi e nuovi in un deserto. C'era una nuova barra degli abilità, alcuni poteri che richiedevano un tempo per poter essere riutilizzati... mancava ancora molto all'arrivo del gioco ma già si percepiva una grande qualità tecnica e quel genere di dipendenza assuefante tipica di tutti i giochi Blizzard.

È con questi ricordi in mente che ho affrontato la beta di Diablo II. Mi è piaciuta? Sì, ma solo in parte. Alcune cose sono buone, molto buone, a parte l'esecuzione tecnica. Dopo aver attraversato la beta con i cinque personaggi e aver provato qualunque forma di gioco on-line, devo ammettere che il prodotto che provai quattro anni fa era molto più completo e molto più fedele alla serie.

Sto leggendo decine di articoli che spiegano quanto sia buona la beta e quante cose nuove vi siano in Diablo III. Non vorrei dirlo, ma sono convinto che Diablo III deluderà quei giocatori che hanno amato Diablo e WoW in passato.

In primo luogo, c'è molta disparità tra i personaggi che, ricordiamo, sono cinque: il barbaro, il cacciatore di demoni, lo sciamano, il monaco e lo stregone. Il barbaro è un energumeno in grado di spezzare a metà di nemici. Si tratta di un personaggio per principianti, il più facile da controllare e dava padroneggiare. Lo stregone richiede più cura, ma è in grado di infliggere danni a molteplici nemici contemporaneamente. Sono due personaggi ugualmente facili da controllare (anche se la difficoltà della beta era assolutamente ridicola, più avanti ne parleremo).

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Tra le nuove aggiunte, quella più gradita e il cacciatore di demoni, sostituto naturale dell'amazzone. gli attacchi da lontano, con archi e balestre, i movimenti rapidi e le schivate sono molto efficaci. Un personaggio molto versatile e inflessibile, davvero divertente da giocare.

Ora veniamo ai brutti anatroccoli. Il monaco è la controparte dell'assassino. È un personaggio lento e un po' pesante. I suoi poteri e le sue abilità non catturano né sorprendono, e la beta trascorsa in sua compagnia è risultata piuttosto noiosa. Lo stesso è avvenuto con lo sciamano (il nuovo negromante) che è più lento del monaco e, ad essere sinceri, assomiglia fin troppo a una bambolina voodoo. Forse questi due personaggi sono stati pensati più per il gioco on-line, grazie alle grandi abilità di appoggio e di cura, nonché agli incantesimi che rallentano i nemici, ma di certo in single player risultano noiosi.

Ogni personaggio si controlla in una maniera leggermente diversa dagli altri. Da un lato abbiamo la sfera della vita, e dall'altro lato una sfera (o due, nel caso del cacciatore di demoni) dedicata alle abilità. Il barbaro utilizza le abilità per generare ira, il monaco usa un sistema praticamente identico, mentre il cacciatore di demoni ha due tipi di abilità che può alternare. Sia lo stregone che lo sciamano utilizzano il mana per dare sfogo ai propri poteri. Nel caso delle classi che non hanno abilità per rigenerare le sfere, queste si riempiono a un ritmo abbastanza alto. In appena pochi secondi una sfera di manna a secco riprenderà a traboccare di poteri. Sono sparite le pozioni e, a causa della difficoltà insulsa della beta, abbiamo utilizzato una sola porzione di cura in 20 ore di gioco, solo per vedere l'animazione.

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Dall'altro lato, lo sviluppo dei personaggi è molto flessibile, dato che non obbliga il giocatore a scegliere un cammino piuttosto che un altro. Abbiamo sempre a disposizione tutte le abilità e i poteri che corrispondono al nostro livello, però la barra delle abilità è molto limitata. I nostri poteri attivi si dividono in quattro categorie, ma possiamo avere solo un potere attivo per ogni categoria. A sua volta, ogni potere viene influenzato dalle diverse rune che incontriamo e che ci consentono di diventare più forti in alcuni frangenti. Infine, possiamo avere dei poteri passivi sempre presenti: più velocità, più rigenerazione... in qualunque momento possiamo accedere all'albero delle abilità e modificare la runa che le influenza.

Da un lato, il gioco ci consente una flessibilità brutale. Possiamo adattarci ad ogni situazione con un paio di click, e ottenere il massimo dal nostro personaggio. Dall'altro lato, si è sacrificato lo sviluppo del personaggio determinato dalla scelta del giocatore.

Diablo III è, nel complesso, il culmine del lavoro compiuto da Blizzard nell'ultimo lustro e della mentalità che imperversa nell'industria in generale: si mira a creare qualcosa di facile per il giocatore, il quale non si deve preoccupare di niente e si deve godere un gioco amichevole e accessibile.

Ad alcuni questo aspetto piacerà. A me personalmente, no. Io sono uno che ama guadagnarsi quello che ottiene, e mi piace che ogni scelta mi obblighi a rinunciare ad altre cose. Desidero dei personaggi giocabili sia quegli amici che da solo, a prescindere dal PvP. Diablo III non è più il Diablo di una volta.

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